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domenica 3 novembre 2019

Avere meno, per Essere di più

L’impatto delle nostre abitudini, influenza fortemente la nostra salute, il portafoglio, l’ambiente e la società.

La prima cosa, che non si dice mai, è: iniziamo ad acquistare meno! Tutte le volte che si parla di acquistare di meno, di una qualsiasi merce, ecco che partono gli strali dei sostenitori della crescita. “Ma come acquistare e consumare meno? E il PIL, la crescita, l’economia, l’occupazione, il lavoro?”
E allora non mi resta che rispondere che ridurre i consumi e ragionare su ciò che acquistiamo, non farà bene al PIL, ma lo fa sicuramente alla nostra salute, al nostro tempo, alla pace, ai nostri rapporti, alle nostre comunità, ai nostri territori e a tutto il nostro Pianeta!
Noi baby boomer, genitori di questi ragazzi che scendono in piazza per salvare il loro futuro dalle conseguenze del cambiamento climatico, siamo cresciuti in una società dove la crescita costante della produzione e la crescita dei consumi era l’aspettativa delle popolazioni, oltre che l’obbiettivo degli imprenditori, dei sindacati e della finanza.
Nel sistema dei valori su cui si fondano le società industriali l’aumento della quantità di merce prodotta e commercializzata continua a identificarsi con l’aumento del benessere. Le guerre per il controllo delle risorse del pianeta, lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello dei mari e i cambiamenti climatici sono direttamente connessi con l’incremento dei consumi di fonti fossili necessari a sostenere la crescita della produzione e dei consumi. Ma, come se niente fosse, i Governi di tutto il Mondo, continuano a mettere la crescita al centro dei loro programmi.
Nel paradigma culturale della nostra società, l’indicatore della ricchezza è il denaro. Ma se diamo per acquisito che, si è tanto più ricchi quanto maggiore è la quantità di merci che si possono acquistare, sappiamo anche che all’aumentare delle “cose” che abbiamo acquistato, non aumenta proporzionalmente la nostra felicità!
Negli anni ’70, quando ero bambino, si raccoglievano fondi da inviare in Africa, per aiutare quelle popolazioni a vivere una vita più dignitosa. La concentrazione della ricchezza che si è sviluppata in modo esponenziale negli ultimi decenni, ha portato a situazioni di squilibrio mostruoso e ora, una manciata di grandi magnati mondiali, può contare sulla stessa ricchezza a disposizione dell’intera popolazione del continente africano.
Oltre a una ridistribuzione più equa delle risorse globali, dobbiamo anche cambiare mentalità per sperare davvero di cambiare in meglio il mondo.
Si è poveri davvero solo se si deve comprare tutto ciò che serve per vivere”. Se per la propria sopravvivenza si dipende totalmente dalle merci del centro commerciale, dalla disponibilità di carburante per scaldarsi e per muoversi, dalla corrente elettrica prodotta in lontane centrali alimentate da combustibili fossili, esattamente come lo siamo noi tutti, saremo ricchi solo fino a quando avremo denaro per acquistare queste merci e fino a quando esse saranno facilmente disponibili a buon prezzo.
Ma se una parte di ciò che serve per vivere si autoproduce, con un piccolo orto e frutteto, con i pannelli solari sul nostro tetto, con una stufa a legna ad alta efficienza, usando la biciletta e i mezzi pubblici il più possibile, limitando l’uso dell’auto, consumando meno carne, scambiando i beni in eccedenza o che non usiamo più, non sprecando, riusando in modo creativo, ecc., ecco che una famiglia con pochi soldi è più ricca e autonoma di una famiglia con più soldi che deve comprare tutto ciò che serve loro.
“È povero chi non può mettere a tavola il cibo di cui necessita, non chi non ha il denaro per comprarlo.”
Perseguire il modello della crescita infinita, come abbiamo fatto negli ultimi decenni, ci ha portato a uno sfacelo ambientale, sociale ed economico, del quale stiamo accusando solo le prime conseguenze. Abbiamo sfidato gli equilibri naturali e ora Madre Terra, ci sta presentando il conto che forse sarà ben più salato per i nostri ragazzi.

 di Silvano Ventura – direzione@viveresostenibile.net

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