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giovedì 10 agosto 2017

10 Agosto 2017 - Commemorazione eccidio di piazzale Loreto a Milano nel 1944


Loreto 1944, Milano non dimentica l'eccidio di piazzale Loreto, dove il 10 agosto 1944 furono esposti per tutta la giornata i corpi di 15 partigiani scelti tra i detenuti del carcere di San Vittore e fucilati da un plotone della legione fascista Ettore Muti
La Stele di piazzale Loreto

Il poeta Franco Loi, testimone della tragedia e allora abitante nella vicina Via Casoretto, ricorda:

« C'erano molti corpi gettati sul marciapiede, contro lo steccato, qualche manifesto di teatro, la Gazzetta del Sorriso, cartelli, banditi! Banditi catturati con le armi in pugno! Attorno la gente muta, il sole caldo. Quando arrivai a vederli fu come una vertigine: scarpe, mani, braccia, calze sporche; (...) ai miei occhi di bambino era una cosa inaudita: uomini gettati sul marciapiede come spazzatura e altri uomini, giovani vestiti di nero, che sembravano fare la guardia armati! »
...piazza Loreto, dominata dal Titanus
tu, aperta,
come una mano dalla pelle morta
sembri voler toccare la gente che passa,
e là, presso la staccionata sconnessa  
sotto la colla dei manifesti stracciati,
è là che ridono, la, che la gente sorda 
stringe le gambe e vorrebbe gridare.
Gente che pensa in silenzio che si smangia dentro,
che mette le radici ai piedi, come quei tremolii
che, presso al letame, si diramano verso la luce 
e sotto la corteccia passa la formica
che è il terrore e la rabbia e lo sbalordimento.
E li, ben lavati, con la barba rasata,
seduti sulle casse di legno, o, come i più impudenti,
attaccati alla staccionata, che sembrano accarezzare 
   teneramente gli sten,
o che tra il ridere e il parlare, annusano crescere gli odi
gli occhi lividi delle camicie nere
uno fuma, un altro piscia, un terzo sputa, 
e un delinquente, col suo modo di fare pieno di merda
con le mani rosate sui fianchi cerca gli occhi che 
   gli si negano...
O gente milanese,
voi, gente laboriosa,
in mezzo a noi una povera donna scoppia a piangere,
ed è una febbre che trema per la piazza
e fa smagrire le facce che stringono i denti a testa bassa.
   Ehi tu...!...si tu!... che vuoi?
   Manca qualcosa?
     Io...?
   Si, tu,
e un teppista col mitra puttana
afferra per un braccio quella che piange.
Io signore...?.
Tira su la testa!
e lentamente, 
come ride una baldracca, gli occhi bianchicci 
sbavano negli occhi che l'amore fa morire 
poi, calmo, tira secco uno sputo
tra i piedi nella polvere, e graffia come una lama
l'occhiata storta tra quegli uomini scorticati, [....]



Delegazione dell' Anpi di Paderno Dugnano




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