Il campione di 18 imprese associate di cui AssoBio
monitora ogni tre mesi l’andamento, nel
2015 ha fatturato (a prezzi all’ingrosso) 594 milioni
di EUR di prodotti biologici, contro i 485 milioni
di EUR del 2014, con un’eccezionale
crescita del 22.4%.
L’associazione nazionale delle imprese di trasformazione
e distribuzione dei prodotti biologici
stima che anche il 2016 chiuderà con una performance
analoga, confermando il crescente
orientamento dei consumatori per gli alimenti
bio, controllati e certificati secondo i regolamenti
europei, ottenuti con tecniche sostenibili per l’ambiente,
senza il ricorso a fertilizzanti e pesticidi
chimici di sintesi e senza mangimi OGM.
Nei primi tre trimestri del 2016, infatti, il fatturato
del campione dei soci AssoBio ha già raggiunto
quota 493 milioni, superando in soli nove mesi
le vendite dell’intero 2014.
Il campione è solo apparentemente ridotto, dato
che le imprese monitorate hanno un rilievo assoluto
sul totale delle vendite di prodotti biologici,
che nel 2015 hanno pesato per 2,6 miliardi sul
mercato interno, con più di 1,6 miliardi di export.
Qualità e servizio offerti dalle aziende biologiche
italiane sono infatti particolarmente apprezzati
dal mercato internazionale (in testa alla classifica
degli acquirenti dei nostri prodotti biologici Germania
e Francia con il 18% ciascuno, Usa e Canada,
l’area del Benelux e quella scandinava;
categoria più esportata l’ortofrutta, con il 18%
del valore totale.
L’andamento dell’export è quindi assai brillante:
nei soli primi nove mesi del 2016 il campione
di aziende AssoBio ha inviato all’estero
prodotti biologici per 64 milioni di EUR, superando
già il totale delle vendite dell’intero 2015
(63 milioni).
La percentuale di crescita del 16% registrata nel
2015 sarà quindi abbondantemente superata,
anche grazie all’acquisizione da parte di operatori
italiani di imprese distributive estere conclusa
a metà anno.
Continua l’andamento fortemente positivo della
grande distribuzione, al quale nei primi 9 mesi
del 2016 il campione di aziende AssoBio ha fornito
104 milioni di EUR in prodotti biologici, contro
i 115 forniti nell’intero 2015. AssoBio stima
che le vendite totali al pubblico di prodotti biologici
nei supermercati supereranno il miliardo di
EUR (erano 737 milioni nel 2014 e 873 milion nel 2015), con una crescita che sfiorerà il 20%.
Positivo anche l’andamento del canale dei negozi
specializzati in prodotti biologici, una rete di oltre
un migliaio di punti vendita, cui nei primi nove
mesi dell’anno il campione di aziende preso in
esame ha fornito prodotti per 263 milioni di EUR,
il 75% dei 349 milioni dell’intero 2015. Considerando
il fisiologico calo delle vendite sul mercato
interno nei mesi estivi e il tradizionale
aumento dei consumi dell’ultimo trimestre, anche
questo canale chiuderà il 2016 con segno più
che positivo.
Ottima la tendenza anche degli “altri canali”
(prevalentemente si tratta di ristorazione): nei
primi nove mesi le vendite delle imprese monitorate
hanno raggiunto i 62 milioni, contro i 68
dell’intero anno precedente.
I dati sull’occupazione saranno elaborati a fine
anno, ma nel 2015 le 18 imprese del campione
sono passate da 1993 addetti a 2288, con un
incremento di ben il 18.4%.
“Il campione è costituito da un numero contenuto
di imprese, ma si tratta di 18 leader, il cui fatturato
a fine anno supererà i 500 milioni di EUR,
con una quota estremamente significativa sul
mercato totale. Le tendenze che esprime, quindi,
sono una fedele rappresentazione di quelle del
mercato biologico nel suo complesso”, commenta
i dati Roberto Zanoni, presidente di AssoBio.
“Grazie ad alcuni progetti per l’internazionalizzazione
sostenuti dalla Commissione Europea e
coordinati dalla federazione unitaria del settore
FederBio e grazie alla positiva collaborazione
con ICE, l’export continuerà ad aumentare, in
particolare in Cina, Giappone, Usa e Canada.
Per quanto riguarda il mercato interno, attendiamo
che il ministero dia attuazione al Piano
strategico nazionale per lo sviluppo del sistema
biologico, approvato in Conferenza Stato Regioni
nel marzo scorso. È apprezzabile che un
settore che non solo svolge, come riconosce
anche l’Unione europea, un ruolo fondamentale
nella fornitura di beni pubblici che contribuiscono
alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali
e allo sviluppo rurale, ma ha anche le performance
economiche e occupazionali migliori di
tutto l’agroalimentare italiano, possa finalmente
contare su strumenti che lo affianchino nel rafforzare
la crescita”.
Fonte: www.assobio.it
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