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giovedì 9 marzo 2017

ARCI : Biotestamento. Una scelta di civiltà non più rinviabile


E' un paese crudele e incivile quello che calpesta la dignità dell'essere umano. E lo fa due volte, la prima non riuscendo a garantire e tutelare la libertà dell'uomo o della donna di scegliere di andarsene con dignità, la seconda trasformando un percorso personale, di dolore e onestà, in un grande salotto televisivo.
Quella sul fine vita è una discussione complessa, che non può essere condizionata da contrapposizione ideologiche e  che rischia di essere inquinata da interventi strumentali che confondono il suicidio assistito con le dichiarazioni anticipate di trattamento, la sedazione profonda con l'eutanasia, minando qualsiasi possibilità di raggiungere con consapevolezza traguardi importanti.
Noi pensiamo che un primo tassello importante di questo percorso possa essere dotare finalmente il paese di una buona legge sul testamento biologico, che preveda le dichiarazioni anticipate di volontà sulle cure e i trattamenti sanitari a cui rifiutare di sottoporsi, comprese l'idratazione e la nutrizione artificiali, e la vincolarietà di tali dichiarazioni nel rapporto medico paziente. Una legge che ambisca ad un pieno riconoscimento dell'autodeterminazione terapeutica così come recita anche la nostra costituzione.
Per questo promuoveremo giovedì 9 marzo, alle 15.30,  presso la Sala Salvadori della Camera dei Deputati l'incontro "Biotestamento. Una scelta di civiltà non più rinviabile", chiedendo al Parlamento di legiferare con coraggio e rigore e di colmare un vuoto enorme che rende il nostro paese talvolta profondamente incivile.
Saranno presenti: Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci,  Beppino EnglaroRossana Cecchi, Prof. Ordinario di Medicina Legale Università di Parma, On. Paolo Beni, membro della commissione Affari sociali della Camera, On. Donata Lenzirelatrice in Commissione Affari Sociali della proposta di legge che verrà discussa dall’Aula nei prossimi giorni.


Arci Nazionale

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