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mercoledì 12 febbraio 2014

Istat: Gli italiani in dieci anni, consumi d’acqua ridotti.

Risparmiare l’acqua, le regole d’oro

In dieci anni, dice l’Istat, il consumo pro-capite d’acqua è sceso da 206 a 172 litri al giorno. In casa, in giardino, per la strada, come evitare gli sprechi idrici, senza sforzo 

 

Istat: on dieci anni, consumi d’acqua ridotti. Gli italiani sono sempre più sensibili al consumo, e al risparmio, idrico. Gli ultimi dati Istat a riguardo – pubblicati a novembre 2013 e relativi al decennio precedente – lo dicono molto chiaramente: tra il 2001 il 2012 la contrazione dei consumi d’acqua è stata evidente, passando da 206 a 172 litri per abitante al giorno. Restano tuttavia evidenti alcuni problemi: la dispersione idrica nelle reti comunali è ancora alta (33,9%) e, ancora, in 14 comuni si continua a ricorrere a misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua per uso domestico. Che vuol dire? In alcune città del nostro Paese l’acqua non è un bene sempre a disposizione.

Risparmiare acqua per risparmiare denaro. Se, quindi, rispetto al passato molti passi in avanti sono stati fatti, rimane importante razionalizzare i propri consumi idrici. I motivi sono tanti. Risparmiare acqua, in primo luogo, significa spendere meno. Anche se il costo dell’acqua in Italia è più basso rispetto agli altri paesi europei, razionalizzando i propri consumi giornalieri si riduce la spesa per le bollette. Risparmiare acqua vuol dire anche risparmiare energia. Il consumo energetico per l’estrazione, l’adduzione, la distribuzione, il collettamento e il trattamento delle acque è rilevante, e, soprattutto, non indispensabile visto che molta dell’acqua erogata non viene effettivamente utilizzata o, peggio, viene sprecata. Risparmiare acqua, infine, vuol dire razionalizzare i costi di gestione delle acque reflue: minore è la quantità d’acqua usata tutti i giorni, minori saranno le portate convogliate agli impianti di trattamento.

In bagno e in cucina controllare i rubinetti. Il primo passo da compiere per risparmiare sul consumo d’acqua in casa è mettere sotto controllo i rubinetti. Quello del bagno, per esempio, ha una portata di dieci litri al secondo: lasciarlo aperto mentre ci si lava i denti o ci si fa lo shampoo implica un consumo, e uno spreco, di diverse decine di litri. Ottimo accorgimento è l’uso di riduttori di pressione, capaci di contrarre i consumi idrici fino al 50%.

Lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico. In cucina mai scongelare il cibo sotto l’acqua, cattiva abitudine abbastanza frequente che può anche compromettere la qualità degli alimenti. Riempire la lavastoviglie a pieno carico prima di metterla in funzione: si risparmiano acqua ed energia e si preserva la durata dell’apparecchio. Stesso discorso vale per la lavatrice, da mettere in funzione sempre a pieno carico. Se, poi, si deve acquistare un nuovo apparecchio, sceglierne uno di classe energetica alta.

Occhio alle perdite d’acqua. Un rubinetto che gocciola o un water che perde possono arrivare a sprecare anche centro litri di acqua al giorno. È consigliabile, quindi, un controllo periodico delle perdite: basta leggere il contatore la sera prima di andare a letto o prima di uscire per andare al lavoro e ricontrollare al risveglio o al rientro.

Regolare lo sciacquone. Lo sciacquone del water consuma a ogni getto circa dieci litri d'acqua. Per ridurlo è sufficiente far installare un sistema con doppio pulsante di scarico o regolare il galleggiante dello sciacquone.

Dalla verdura alle piante. Le piante del terrazzo possono essere annaffiate anche con l'acqua usata per lavare frutta e verdura. Basta raccoglierla in una bacinella e utilizzarla dopo aver sciacquato gli alimenti. Innaffiare il giardino con parsimonia e verso sera, quando il sole è calato, perché l’acqua evapora più lentamente e viene meglio assorbita dalla terra.

Preservare anche l’acqua delle fontane. Infine, quando si nota una fontanella pubblica sgorgare continuamente acqua potabile inutilmente, è consigliabile chiedere al proprio comune di inserire manopole per aprire e chiudere il getto a richiesta. Nel caso di fontane pubbliche con acqua non potabile, invece, verificare che usino il sistema a ricircolo. 

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