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martedì 19 marzo 2013

Salviamo i TIGLI di via Sant' Ambrogio Palazzolo Mil.


“Io sto con i TIGLI di via Sant' Ambrogio "

Fermiamo questo progetto insensato e ottusamente autoreferenziale, che insidia l'identità stessa della nostra comunità,  I tigli di via Sant' Ambrogio a Palazzolo Milanese, con le loro chiome possenti, le fronde ombrose, il profumo dei loro fiori, non solo hanno un valore naturalistico e paesaggistico, ma costituiscono da sempre l'emblema della vita sociale della nostra città avara di vie alberate . I nostri padri, prima di noi, ci transitavano piacevolmente all'ombra di quegli alberi antichi… non permettiamo che i nostri figli ne siano privati!
Siamo convinti che la riqualificazione del territorio debba rispettare le bellezze già esistenti, anche gli alberi sono patrimonio di una collettività.
Il Circolo Eco-Culturale LA MERIDIANA aderisce alla raccolta di firme contro l’abbattimento di alberi in via Sant' Ambrogio a Palazzolo Milanese, perchè l' amministrazione comunale riveda il suo progetto e codivida i seguenti punti: 
- Stop ad una continua e programmata distruzione delle piante che hanno ombreggiato per 50 anni le nostre vie.
- Per l’importanza fondamentale del ruolo degli alberi nell’ambiente urbano sia per la salubrità dell’aria, assorbendo CO2, sia per gli effetti benefici sul microclima locale.
- Per un progetto a senso unico con pista ciclabile che eviterebbe l’abbattimento di alberi storici, dando un assetto migliore alla zona con maggiore fruibilità, vivibilità e sicurezza.
- Che durante le fasi progettuali ci sia più informazione ed un giusto coinvolgimento dei cittadini.

 Il Tiglio

E' una pianta arborea decidua di dimensioni ragguardevoli
( può raggiungere i 35/40 m. d’ altezza), 
diffusa in gran parte dell'Europa, dalla penisola Iberica al Caucaso. 
Ha chioma tondeggiante, imponente, foglie ovali verde scuro sulla
pagina superiore, verde chiaro sulla pagina inferiore, che all’inizio
dell’autunno, prima di cadere,diventano giallo oro o verde chiaro.
In primavera, il Tiglio si copre di infiorescenze costituite da 4-5 fiorellini bianchi o crema, molto profumati.
Accanto al picciolo dell'infiorescenza si forma una brattea,
simile ad una foglia, il cui compito è di mantenere nell'aria i semi il più a lungo possibile.
Il nome botanico dell’albero, Tilia Cordata, deriva dal greco Ptìlon (piuma) e fa riferimento proprio
a questa brattea.
Ormai, è difficile vedere esemplari spontanei: li si incontra nei
boschi di latifoglie di Querce e Faggi, misto a Frassini e Ontani, fino a 1200 metri di altitudine.
Vegeta su suoli freschi ben drenanti ,
meglio se argillosi e ricchi di sali ed esige una discreta umidità atmosferica.
Predilige le posizioni ombreggiate, e non ama l’inquinamento metropolitano.
Peccato, perché la sua forma aggraziata dà un tocco piacevole a parchi e giardini.
Nel 1848,  il naturalista Duchatre affermò che tutte le parti del Tiglio sono utili,ognuna a modo suo. 
 I Romani usavano le foglie come foraggio per
gli animali, usanza che viene seguita ancora oggi, in Svizzera e nell’Europa settentrionale. 
I fiori, molto profumati, sono molto graditi dalle api, 
che ne ricavano  un ottimo miele; seccati,  sono usati in medicina,
 in quanto contengono mucillagine e un olio essenziale.   
Il legno del Tiglio, bianco- rosato, tenero, omogeneo, con pochi nodi, anche se
di breve durata e facilmente attaccato dai tarli, è impiegato per mobili, 
tasti di pianoforte, matite, fiammiferi, paste da carta, etc. 
Le fibre della corteccia sono utilizzate per fabbricare stuoie e cordoni. Anche la linfa e i fiori, 
venivano in passato utilizzati come dolcificante .
Data la sua duttilità e la suagenerosità,   
è comprensibile perchè venisse venerato presso ogni popolazione.

Simboli e leggende
Fin dall’antichità il Tiglio ha
sempre goduto di grande considerazione sia presso i popoli nordeuropei sia fra
i Greci e i Romani.
   
Il Tiglio è considerato simbolo di fecondità ed
era considerato nume
tutelare delle fattorie.
     
Il Tiglio  rappresenta le qualità
dell'amicizia e della fedeltà.
  
 Poiché era ritenuto gentile e benefico,
si sviluppò nei secoli la consuetudine di piantarlo nei giardini, 
cole protezione dal malocchio.
   
Il poeta latino Ovidio, nelle Metamorfosi,  raccontala storia di una coppia di anziani coniugi,
Filemone e Bauci, legati da un amore tanto tenero quanto indistruttibile.
Zeus, per premiare i due gentili quanto poveri vecchietti per aver ospitato
lui ed Hermes nella loro umile casupola,
volle esaudire un loro desiderio: quello di rimanere uniti anche dopo la morte.
Fu così che Filemone e Bauci furono trasformati, rispettivamente,
in Quercia e in Tiglio affinché potessero congiungersi con i loro rami.
     
La ninfa
Filira, figlia d’Oceano, concepì da Saturno un bambino mostruoso,
e per la vergogna chiese di essere trasformata in un Tiglio.
Il figlio, il centauro Chirone, diventò un illustre guaritore, avendo ereditato il potere della madre:
il Tiglio è infatti uno dei più antichi rimedi conosciuti.
    
Nella mitologia germanica il protagonista della
Canzone dei Nibelunghi, Sigfrido, aveva ucciso il terribile drago Fafnir per
bagnarsi nel suo sangue e divenire immortale. Ma mentre Sigfrido faceva questo bagno, 
una foglia di Tiglio cadde
dall’albero e andò a posarsi sulla sua schiena, rendendo quel punto del corpo vulnerabile.
Un evento che più tardi si rivelò fatale per l'eroe.
     
 Come la Quercia,  questo elegante e possente albero faceva da
sfondo ai riti e alle misteriose cerimonie tipiche delle saghe nordiche.
      
 Il Tiglio era considerato un
albero sacro e raccoglieva all'ombra della sua chioma le adunanze più solenni
della popolazione.

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Tiglio (l'albero della vita)

Tiglio, con i tuoi rami
poderosi eri il re
del nostro giardino.
Bambini giocavamo alla
tua ombra e una
dolce frescura
ritemprava le
nostre calde giornate.
Abbracciavo il tuo enorme tronco:
avrei voluto trattenerti tutto
per me, ma eri immenso,
mi sembravi infinito,
ma lo eri, tu, tiglio
e la tua essenza
pervade ancora la mia anima.
Due grandi rami e le sue
verdi fronde facevano da sostegno
ad una altalena
fatta con una tavola
di legno e due corde.
Quanti giochi sotto
i tuoi rami!
E tu sei ancora là,
imperterrito.
Noi no, tiglio.
Ognuno di noi ha preso
la sua strada, giusta
o sbagliata, non so.
Molti non ci sono già più,
ma la tua vita continua
oltre la vita.
Rendi bello il giardino
e dolce e rassicurante
la tua presenza secolare.
Quanto hai visto, tu,
di un gioioso giardino incantato,
di giochi, fiabe e risate!
Quante lacrime ha asciugato
la brezza delle tue foglie!
Nulla ha potuto cambiare i tuoi
rami potenti e le tue foglie
frusciano ancora al vento.
Eterno è il flusso della linfa che
scorre in te, tiglio,
eterno è il flusso
dell’albero della vita.

 Poesia di Giovanna Nigris
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LUNGO I VIALI SEGNATI DALL'ACRO DEI TIGLI IN AMORE

           
            Lungo i viali segnati dall'acro
            Di tigli in amore sino all'ultima
            Rotonda dove l'animo si rincuora
            E tra chiacchiere quasi assopite
            Grida lazzi fischi
            Assapora la lieve ebbrezza
            Della brezza di quei meriggi

            L'ondeggiare di corpi
            Curvi ricurvi a volte frettolosi
            Come lampi di luce
            Tra le reti dei pescatori
            Ed aprire nuove falle
            Cercando il remo
            Come fosse apriscatole
            Di un destino mai così disincantato
            Dì un fine perseguitato
            Fino all'estrema unzione

            E trastullarsi di beltà
            Così trascendentali
            Vantandosi come fossero
            Lucciole primaverili
            Afferrate al volo
            E trattenute come sogni
            Dimenticati in cassetti mai svuotati

            Vuoti incolmabili
            Incalcolabili
            Alzarsi all'improvviso
            Per andare alla fine del viale
            Cercando l'inizio
            E lasciarsi trasportare
            Da quell'acro che ti giunge
            Dal vento come musiche
            Forse conosciute o mai dimenticate

            Le membra vengono solleticate
            Da quel leggero eppur veloce
            Andare indietro e avanti
            Da quei corpi scalfiti
            Dalla calura e dalle vesti ariose

            Ed ecco all'improvviso
            Ed ecco giunge una voce
            Che mi desta da quel disincanto
            Giunge a bordo di un cavallo alato
            Bianco e lucente
            Non so forse dal mare
            Forse dai monti
            Forse da quei corpi dalle vesti ariose
            Forse da una foglia caduta
            Forse da echi lontani
            Incavati e celati
            Ad ogni memoria
            Mi dice cose incomprensibili
            Eppur dall'accento familiare
            M'accarezza i biondi capelli
            Mi bacia la fronte mi prende per mano
            Mi tormenta le labbra
            M'acceca
            Ed io divento sordo
            A quel odor acro lasciato
            Dai tigli lungo i viali.

Poesia di Cesare Pavel Berlenghi 


Il Circolo Eco-Culturele LA MERIDIANA aderisce alla raccolta di firme.
 I moduli sono disponibili QUI.
(n.b. sono da stampare in fronte e retro, su un unico foglio)

 
Invitiamo tutti i cittadini a farsi promotori dell'iniziativa perchè l'Amministrazione comunale riveda le sue decisioni, scegliendo di procedere in maniera saggia e utile per tutta la comunità .
  

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