Il mare non esiste
(Lettura musicale)
“Sotto terra, dentro una fabbrica, sopra un’impalcatura, in uno scantinato… un saluto veloce a chi non è più tornato. Poi la vita comunque.”
Milleduecento morti sul lavoro ogni anno in Italia, per cadute dalle impalcature o nei pozzi, per contatto con sostanze tossiche o con getti incandescenti di metalli fusi. Molti altri muoiono, successivamente, per esposizione a polveri ed a sostanze tossiche che lentamente minano i polmoni, le ossa.
Nel testo teatrale quattro bambine ed una donna, raccontano questi dolori. Le storie, ispirate a fatti realmente accaduti, sono scritte per riflettere, per capire che dentro la crisi attuale bisogna ripensare un nuovo contratto sociale fatto di solidarietà e umanità, bisogna ripensare un’altra realtà dove il lavoro, sia socialmente e ambientalmente sostenibile e attento alle risorse.
Nelle prime quattro testimonianze, dietro la voce delle bambine, si leggono i drammi degli adulti: i minatori di Marcinelle emigrati in Belgio in seguito all’accordo bilaterale (5000 Kg. di carbone per ogni emigrante); gli operai della fabbrica di veleni Marlane Marzotto a Praia a Mare; le vittime dell’edilizia; gli operai dell’Eureco. L’ultimo racconto è dedicato a tutte le donne morte sui luoghi di lavoro: partendo dalle operaie di New York, per arrivare alle giovani donne di Barletta, l’elenco è lungo.
Scala Minore Napoletana
Angela Villa – testi, voce narrante, canto
Franco Ventimiglia – arrangiamenti musicali, chitarre, voce
Angela Villa – testi, voce narrante, canto
Franco Ventimiglia – arrangiamenti musicali, chitarre, voce
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